SUSSIDIARIETA'

Dalla spada di Da Giussano allo scudo di don Giussani.
Dal Nord Est al Lussemburgo.
Viaggio nel Monopoli della Compagnia delle opere.



Padova capitale di Cielle

Un quartier generale, il leader carismatico e connessioni ramificate. Padova è da oltre 30 anni la «capitale» di Comunione e liberazione a Nord Est. Tutto comincia nel collegio universitario Murialdo con un drappello riunito intorno al polesano Graziano Debellini, folgorato da don Giussani. Gente destinata a fare carriera, in politica come nell'economia della sussidiarietà, dentro e fuori i recinti tradizionali della chiesa sempre a stretto contatto con le istituzioni pubbliche. Oggi in via Forcellini un intero complesso (centro congressi compreso) incarna la potenza della Compagnia delle Opere: società, consorzi e coop sociali spuntano ovunque.


La galassia ruota intorno a Solfin Edilizia, società-madre che fa capo ai «padri fondatori» (Graziano Debellini, Ezechiele Citton e Igino Gatti) e dipende direttamente dalla "cassaforte" in Lussemburgo (Aiglon, società anonima costituita grazie ai professionisti di Delta Erre). A cascata, le altre sigle operative con il Consorzio Consta (sede legale a Roma, uffici a Milano, ma "cervello" a Padova fra via Sorio e via Crimea) che solo nel 2008 ha partecipato a 270 gare d'appalto e collezionato 52,2 milioni di cantieri in giro per l'Italia. Due anni prima davanti al notaio Nicola Cassano i ciellini sono fra i sei soci fondatori del pool di imprese edili che si candida alla realizzazione del Grande raccordo anulare di Padova, affare da non meno di 325 milioni di euro in project financing.


È davvero impressionante a Padova, città delle gru in funzione delle lobby immobiliari, la rete di connessioni che affiorano grazie alle visure in Camera di commercio. E se il Corriere Economia ha battezzato il sindaco Flavio Zanonato come il Formigoni del Veneto, ogni palazzo del potere si dimostra più che pervaso dalla Cdo Politicamente, da lustri i ciellini sanno come incistarsi nei partiti: ottimi rapporti con il mondo berlusconiano, ma anche nelle pieghe del Partito democratico; ora è il turno della Lega Nord senza perdere di vista pezzi dell'Udc.


Tuttavia, è sempre a cavallo fra pubblico e privato che si concentra la vocazione ciellina. E non esiste luogo simbolo né istituzione a Padova senza sbattere inevitabilmente sui fedeli di don Giussani. Il Caffè Pedrocchi (proprietà dei padovani in base al lascito del 1891) è stato affidato in gestione dal Comune proprio a La Cascina con una convenzione in scadenza concepita nel 1994 all'epoca della prima giunta Zanonato in piena Tangentopoli. L'affitto annuo ammonta a 500 euro, mentre l'attuale direttore del Pedrocchi ha perfino provato a scacciare dalla mitica sala Verde (tradizionalmente libera) la conferenza stampa del comitato referendario sull'acqua.


Il palazzo del Bo, simbolo della storica Università, garantisce agibilità senza contraltare a monsignor Fisichella quanto la compartecipazione ai fondi pubblici. Con il rettore Vincenzo Milanesi, il "tavolo istituzionale" è stato apparecchiato anche per l'Esu, l'edilizia, le mense, la formazione e i Master. Una pesante eredità per il nuovo magnifico Giuseppe Zaccaria che ha bisogno di un portavoce di fiducia (direttore in pensione, consulente del Master in giornalismo) per districarsi fra le trappole. Grazie a sant'Agostino e ai pellegrinaggi in Terrasanta, la Compagnia vanta rapporti personali consolidati con magistrati del calibro di Pietro Calogero e Dario Curtarello, avvocati di fiducia come Giorgio Fornasiero, vertici delle categorie economiche e amministratori pubblici bipartisan fino all'attuale segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani.


Altrettanto cruciale il comparto della sanità. È appena sbocciata la più grande Ulss del Veneto dalla fusione fra Padova e Piove di Sacco. L'Azienda ospedaliera, invece, conta 4.651 dipendenti più 143 borsisti e collaboratori a termine. Solo all'interno dei reparti lavorano 571 medici, 2.394 infermieri, 287 tecnici sanitari e 54 tecnici riabilitativi. I posti letto dichiarati ufficialmente sono 1.427 per un totale di 71.797 ricoveri di cui 8.294 (pari all' 11,6%) fuori regione. Il direttore generale Adriano Cestrone amministra anche appalti a nove cifre: sigle cielline e cooperative rosse non mancano all'appello delle gare vinte. I conti di Cestrone sono ampiamente deficitari: 26,9 milioni di deficit nel bilancio 2008. Ma gode di ottima stampa, tranne quando si esibisce in diretta televisiva su Raitre.

È agli atti, poi, una sintomatica consulenza. Il 18 marzo 2008 la delibera numero 156 del dg Cestrone affida a Giampiero Giron (professore fuori ruolo, presidente onorario della Compagnia delle Opere Nordest) «l'incarico di sovrintendente operativo con funzioni di coordinamento delle attività didattico scientifico-assistenziali dei docenti universitari in convenzione con il servizio sanitario regionale». Si tratta di 60 mila euro all'anno tuttora elargiti. Peccato che dal 1°gennaio scorso sia solo Verona ad avere l'Azienda integrata fra ospedali e Università. Padova, al contrario, deve ancora cominciare da zero la pratica.


Intanto, all'orizzonte si profila il progetto del nuovo ospedale. Operazione da 1,7 miliardi di euro (di cui 200 erogati dalla Regione, 500 dal leasing delle attrezzature elettromedicali affidate alle imprese aggiudicatarie e altri 200 dalla dismissione dell'attuale polo sanitario) da realizzare entro il 2018. Un business doppio, visto che il maxi-trasloco degli ospedali Giustinianeo e Civile libera l'ultima "area d'oro" del centro storico, pur minando il giro d'affari legato alla manutenzione delle vecchie strutture (circa 200 milioni di euro all'anno). Politicamente, si tratta di un affare bipartisan, promosso dall'ex governatore del Veneto e dall'attuale sindaco, osteggiato dalla Lega che - non solo in Regione - ha sollevato più di qualche dubbio sull'«ospedale di Galan & Zanonato».


Il Comune di Padova ha già vincolato nel piano regolatore i 600 mila metri quadri destinati a ospitare la nuova cittadella sanitaria. Il modello, ampiamente collaudato, sembra essere quello utilizzato per la costruzione dell'ospedale Dell'Angelo a Mestre. In via don Giussani, project financing per l'associazione temporanea di imprese Veneta sanitaria che ha riunito Mantovani, Gemmo, Cofatech, Aps Sinergia, Studio Altieri e la ciellina Mattioli costruzioni. Con i servizi "secondari" (laboratori, riscaldamento, trasporto automatizzato, accoglienza, ristorazione, lavanderia, rifiuti, parcheggi, ristoranti e centri commerciali) affidati in esclusiva per 24 anni.


Eppure, la galassia di acronimi e sigle legate a CL fa sapere che «A Padova non si può più lavorare». Di conseguenza urge spostare l'asse della Compagnia decisamente più a ovest. Appare sintomatica la recente fusione tra Cdo-Nord Est e Cdo-Verona, confluite nella nuova Cdo-Veneto con sede in viale del Lavoro 45 a San Martino Buon Albergo (Verona). «Una struttura più light» precisa lo stato maggiore ciellino. L'esordio pubblico della nuova struttura è avvenuto a Grezzana nel corso della Settimana veronese della finanza alla fine di aprile 2010.


Al «meeting di dialogo tra istituzioni finanziarie e realtà territoriali» (patrocinata da Regione e Comune di Verona) insieme a Cdo-Veneto c'erano i manager di Società cattolica assicurazioni, Banco popolare e Fondazione Cariverona. «Si tratta di realtà imprescindibili con fortissimi legami territoriali, che credono che la ripresa sia possibile laddove c'è la volontà di investire in idee e progetti davvero innovativi» ha puntualizzato Luca Castagnetti neo-presidente di Cdo-Veneto. Per i ciellini, Verona guidata dal sindaco Flavio Tosi appare come un avamposto strategico. Più vicino alla Lombardia di Formigoni, più lontano da geometrie politiche che a Nord Est sembrano non funzionare più come prima.



 Il mattone della sussidiarietà

Il Consorzio stabile Consta è la cazzuola della Compagnia delle Opere in Italia come all'estero. Dal 2003, il centro nevralgico delle imprese fedeli al verbo di don Giussani. Con il cervello a Roma (in piazza Ungheria 6) il cuore a Padova (in via Crimea 94), il braccio operativo a Milano (via Achille Papa 30) e la cassaforte in Lussemburgo. Consta progetta, costruisce e ristruttura poli sanitari e universitari, terminaI aeroportuali, infrastrutture viarie, centrali idroelettriche e linee ferroviarie. Lavora per i privati, ma soprattutto realizza piccole e grandi opere in appalto per gli enti pubblici. E' la «sussidiarietà» del mattone declinata ad ampio spettro.


All'inizio di maggio Consta ha centrato l'ultimo obiettivo: la consegna «chiavi in mano» di 312 appartamenti per i terremolali dell'Abruzzo. E' la cittadella prefabbricata nella zona di Bazzano: due lotti residenziali poggiali su piastre anti-sisimiche, assegnati dal Dipartimento della protezione civile. Fuori dall'emergenza il consorzio ha già posato la prima pietra del nuovo Molo C dell'aeroporto Leonardo Da Vinci di Flumicino: due maxi-edifici per un totale di 78 mila metri quadri permetteranno la ricezione di cinque milioni di passeggeri in più . Un'operazione da 162 milioni di euro che, oltre agli stabili, prevede anche il rifacimento di 100 mila metri quadri dei piazzali di sosta degli aerei e la realizzazione del sistema automatizzato per il controllo dei bagagli di stiva.


A Roma Consta è sinonimo di Ponte della musica. Le società della Compagnia si sono aggiudicale la costruzione della passerella ciclopedonale che unisce il Lungotevere Flaminio con il Foro Italico, opera bandita dal Comune nel 2003. Qualche chilometro più a sud, il consorzio realizza svincolo e casello autostradale di Ferentino (tratto Roma-Frosinone) dopo l'aggiudicazione della gara indetta da Autostrade per l'Italia. Sempre sul fronte infrastrutture, le imprese cielline hanno vinto il risanamento e la manutenzione di galleria e viadotto del Tusch al chilometro 72 dell'Autobrennero. Identico know how è servito per l'aggiudicazione di raccordo e stazione di Campegine (tratto Parma-Reggio Emilia) dell'autostrada Milano-Napoli. Più consistente la commessa per la terza corsia della Bologna-Taranto: 86 milioni di euro per l'ampliamento della sede stradale dell'A4 nei tratti Rimini Nord-Pedaso e Ancona Sud-Porto Sant'Elpido.


A Verona il consorzio Consta si occupa della realizzazione del nuovo terminai arrivi dell'aeroporto Catullo a Villafranca. Nel Trevigiano progetta ll Villaggio della bioedilizia in via Baratta vecchia a Preganziol: 67 alloggi «ecologici» previsti dal progetto comunitario Sustainable housing in Europe. A Venezia le imprese cielline hanno già costruito l'ospedale Dell'Angelo in via don Giussani a Mestre. Progetto in project-financing che precede l'ampliamento del monoblocco di Mirano. Qui Consta realizza anche il primo stralcio della residenza sanitaria per anziani in via Zinelli. Oltre ai piazzali di stoccaggio nel porto di Chioggia e i terminal di quello di Venezia. A Padova il consorzio della Compagnia gioca in casa: il nuovo cavalcaferirovia Sarpi-Dalmazia e la torre della Fondazione città della speranza, ma soprattutto cantieri in appalto per università e Azienda ospedaliera e l'ambizione di partecipare al Grande raccordo anulare.


Milano, per Consta significa soprattutto pensiline, sottopasso, ascensori, parcheggio per 265 auto e terzo binario della stazione di Palazzolo milanese gestita dalle Ferrovie Nord, A Paullo il consorzio si appresta a realizzare la centrale idroelettrica sul canale Mazza. A Pavia si prepara a ristrutturare le sale operatorie e il reparto rianimazione, oltre all'adeguamento antincendio del padiglione traumatologico del policlinico San Matteo. In Campania le imprese della Cdo lavorano principalmente a Salerno, dove Consta dovrà posare il corpo stradale della metropolitana (5,7 chilometri) che unirà il centro allo stadio Arechi. Operazione che comprende anche l'armamento di otto fermate della nuova linea.


Sul fronte universitario Consta si è aggiudicato l'ampliamento del complesso didattico e dei  laboratori di ricerca della facoltà di Medicina nel polo biologico di Carreggi a Firenze. Mentre a Catanzaro declina l'edilizia scolastica prevista dall'università della Magna Grecia con il completamento della nuova sede della facoltà di Giurisprudenza. In Trentino i soci Consta si occupano della ristrutturazione del tribunale di Rovereto e della locale campana dei caduti. A Trieste, con gara pubblica, il Comune ha affidato parte dei lavori di riatto dello stadio Grezar.


Fin qui l'Italia. Ma Consta opera anche nel Corno d'Africa con la ristrutturazione di 114 chilometri della ferrovia «coloniale» Etiopia-Gibuti, irifrastruttura finanziata con 50 milioni di euro di fondi FSE dall'Unione europea. Nella partita è prevista la realizzazione di una fabbrica di traversine e calcestruzzo precompresso (costo: 10 milioni di euro). Dall'altra parte dell'Oceano, il consorzio  lavora in Cile, realizzando la modernissima centrale idroelettrica a Chiburgo. Ma si registrano lavori in corso anche in un'altra mezza dozzina di altri paesi. Nel 2008 Consta aveva partecipato a 270 gare d'appalto per un importo totale di 2,2 miliardi di euro. Nel portafoglio 11 bandi vinti equivalenti a 52,2 milioni di euro.


Dal punto di vista societario Consta si traduce in una galassia di società "sinergiche", per lo più padovane: (Mattioli costruzioni, Ste energy, Soles Spa di Forli, Isoedil e la Vecom di Ponzano) e cooperative sociali (Giotto e Tintoretto, Interedile, e Geobasi). Ma il "cuore" imprenditoriale è Mattioli, società perno del consorzio: costituita nel 1996 con capitale sociale di 12,4 milioni di euro e sede in via Crimea. Il Cda è presieduto da Gioacchino Marabello, 54 anni, residente a Padova in via Forcellini 170; direttore tecnico è Stefano Scuttari, 41 anni, di Saonara (Padova). Consiglieri delegati risultano Giorgio De Toffoli, nato in Svizzera nel 1968 ma residente a Selvazzano, e i padovani Claudio Frassineila e Gianfranco Vianello, 50 anni, Il responsabile tecnico di Mattioli è Damiano Zanon, 43 anni.


Ma la società madre delle imprese targate Cielle è Solfin edilizia Spa con sede in via Sorio a Padova. Fondata nel 2003, fa affiorare nomi  eccellenti: Ezechiele Citton, 58 anni, via Forcellini 172; Graziano Debellini (leader carismatico dei ciellini padovani), 56 anni, via Forcellini 172 e Igino Gatti, 56 anni, anche lui residente in via Forceilini 172. E' la società che possiede Cre Spa, che, a sua volta, detiene Ste Energy. Ma Solfin ha dato vita anche a Interedile Srl che da Bologna rinasce a Ponte San Nicolò (Padova) con una divisione di quote paritetica con Graziano Ometto di Saonara. Infine, Solfin è azionista di maggioranza assoluta di Soles Spa di Forlì con sede in via Gramado.


Riannodando il filo della matassa da Consta a Solfin si arriva così fino in Lussemburgo. Lo certifica Memorial, giornale ufficiale del Granducato anche in Internet (etat.lux): la proprietà dell'intero pacchetto azionario di Solfin è della società anonima Aiglon Holding con sede in avenue de la Faiencerie 38. Nel resoconto depositato il 9 gennaio 2009 compare il nome di Ezechiele Citton, «administrateur de societes» con residenza nel quartier generale della Cdo.


Questi gli altri nomi degli amministratori: Vincent Willems e la signora Valérie Wesquy. 1l 21 febbraio 2006, il Cda risultava composto da Citton con gli imprenditori lussemburghesi Christel Girardeaux, Michel Thibal, Anja Paulissen e David Giannetti. Aiglon SA (sede in rue du Fort Dumoulin) è stata fondata il 1 ottobre 2001 davanti al notaio Christine Doerner. Con 901 azioni da 100 euro ciascuna sottoscritte - come recita l'articolo 17 - da Deita Erre Spa (900 azioni) rappresentata con procura dall'avvocato Michele Canepa e dalla società anonima Fipal SA di Montevideo in Uruguay (1 azione) convenuta con Roberto De Luca e Michele Canepa (in qualità di amministratore Fipal).


E cosi si torna, di nuovo, a Padova. Nella palazzina affacciata al fiume in via Trieste. Sono gli uffici di Delta Erre, fiduciaria di organizzazione aziendale, revisione e servizi nata nel 1971. Raggruppa 300 soci e con un capitale sociale di 540 mila euro nel 2007 ha amministrato 67,8 milioni di euro. Il resto lo svela la Consob che iscrive Delta Erre tra gli azionisti rilevanti di Stefanel Spa con il 7,013% delle azioni. Il presidente è Paolo Mazzi, il vicepresidente Remigio Sturaro gli amministratori delegati Carla Sanero e Dante Carolo. Nel CdA siedono Giuliano Bond, Giorgio Capuzzo, Paolo Chiarelli, Christian Corradini, Andrea Cortellazzo, Marina Manna, Gianfranco Peracin, Claudio Siciotti, Vittorio Trolese, Alessio Vianello e Tommaso Vio.

Canetta-Milanesi
1-2 luglio 2010